Thursday, January 31, 2013

Peste e Corna



Dei Consolati Italiani all’estero. Questo qui sotto e’ l’orario di apertura al pubblico del Consolato di Nairobi (ma mi ricordo che anche quello di Houston aveva orari simili):

Lunedi’-Venerdi: 10:30 AM-12:30 PM
Giovedi’: chiuso.

Due ore al giorno, escluso il Giovedi’. Ora, io posso capire che ci sia tanto lavoro amministrativo da fare. Gli addetti consolari, sicuramente sotto-organico, hanno bisogno di tempo e di concentrazione, e non possono dedicare piu’ di due ore al giorno a rispondere alle castronerie dei connazionali e/o a spiegare che i visti per l’Italia vengono rilasciati ai Somali (si, Somali) che hanno il passaporto blu, ma non a quelli che ce l’hanno verde (giuro che quando torno, faccio una foto all’Avviso Importante). Arrivo a capire persino la presenza di un Carabiniere in divisa all’ingresso del Consolato, che controlla le borse e ti fa passare sotto i raggi (sebbene lo stesso controllo sia stato gia’ fatto all’ingresso del palazzo). Pero', quello che proprio non arrivo a capire e’ perche’ ti guardino dall’alto in basso, sgranino gli occhi quando fai domande apparentemente pertinenti e poi ti rimandino a casa, SEMPRE, con un nulla di fatto. Nello specifico, io ci sono andata con le seguenti domande:
1)      T: “Come faccio a trasferire i nostri nominativi dall’AIRE di Houston all’AIRE di Nairobi ?”
Addetta Consolare:  “Ma scusi, Lei da quanto tempo e’ qui a Nairobi?”
T: “Da agosto”
Addetta Consolare:  “E perche’, da agosto, decide solo ora di venire a comunicarci che sta qua?”
Addetta Consolare:   “Ma lei, prima di lasciare Houston, ha comunicato al Consolato di Houston che sarebbe venuta a Nairobi?”
Addetta Consolare:  “Comunque per adesso se lo scordi, siamo tutti impegnati con le elezioni, se ne riparla a marzo”

2)      T: “Quindi, se ho capito bene, non potremo votare alle imminenti elezioni?”
Addetta Consolare: “Ma che e’ matta?  Se lo scordi”

3)      T: “ Mio figlio e’ nato in Texas, ha passaporto americano, ma adesso vorrei fargli anche il passaporto italiano. Ho gia’ fatto la trascrizione del certificato di nascita presso il Comune di Firenze.”
Addetta: “ Si puo’ fare, mi serve copia di tutto, ma se ne riparla a marzo, ora ci son le elezioni”

4)      T: “Mia figlia e’ anche lei nata in Texas e vorrei farle il passaporto italiano, ma non ho ancora fatto la trascrizione del certificato di nascita”
Addetta : “ Male, perche’ non l’ha fatta? Bisogna che il Consolato di Houston proceda alla trascrizione del certificato di nascita. Per caso ha lasciato una copia del certificato di nascita di sua figlia presso il Consolato di Houston?
T: “No, veramente non l’ho lasciata....(avrei voluto anche dirle che per la trascrizione di Riccardo ci sono voluti 7 mesi, e che speravo che a Nairobi si potesse fare una cosa piu' veloce ”
Addetta: “Male, in ogni caso se ne riparla a marzo”

5)      T: “In vista delle prossime elezioni qui in Kenia, il consolato fa delle raccomandazioni ai connazionali? Intendo dire, consigliate di lasciare il paese?
Addetta: “No, il Consolato non raccomanda nulla. La situazione non e’ tale da fare raccomandazioni di quel genere”
T: “No, perche’ vede, io sono incinta (e mostro il pancione). Se devo partire, devo partire prima delle elezioni, perche’ poi non posso piu’ volare. A quel punto non posso neanche rientrare in Kenia e quindi devo per forza partorire altrove “
Addetta: “Ahhh, ma allora per Lei la situazione e’ tale da raccomandarLe di partire, portandosi dietro anche gli altri figli.”

Io, colpita e affondata. L’addetta consolare, invece,  spera di essersi risparmiata un sacco di lavoro.

Altro che marzo, qui se ne riparla a giugno!

Baci consolari,

T.


Monday, January 28, 2013

Giramenti di Scatole

In senso figurato e non. 
"Tanto fanno tutto loro". Un par di imballaggi! 
Loro (i traslocatori) rimontano i mobili...


...ti mettono gli scatoloni dove vuoi...




...poi ti chiedono se devono aprirli...



E cosi', al terzo scatolone aperto, realizzi che "non gliela fai". Hai bisogno di tempo per decidere dove va la roba; quella che nella vecchia casa stava in garage, adesso potrebbe andare in soffitta, ma anche in giardino. I piatti buoni in quale dei 25 armadietti della cucina li metti? Le pentole? Ma quante caspita di camice ha M.? Vogliamo parlare delle mie mutande?
Insomma, problemi seri, per una che nella vita di problemi seri non ne ha mai avuti.(Oh, spero di non essermeli tirati addosso proprio ora).

Adesso, tra le ultime scatole che mi restano da sistemare, ci sono queste due:


 Secondo me vanno in soffitta. Secondo voi?

Baci,

T.


Saturday, January 26, 2013

Sulla Scelta del Nome

Voi penserete che mi stia riferendo al nascituro. No, quello alla fine si chiamera' Diego, perche' ormai lo chiamano tutti cosi', hai voglia a combattere...Poi, pero', voglio che si metta a verbale che la scelta l'ha fatta mio marito per onorare quel calciatore bravo che ha giocato nel Napoli, ma che sarebbe da non prendere come esempio nella vita di tutti i giorni. Sempre a verbale, va messo anche che Riccardo ha subito avallato la scelta, per via di quel cartone animato.....di quel rimbambito che parla mezzo inglese e mezzo spagnolo, che non si capisce bene se sia fratello, cugino o amico di quella che ha la testa a forma di pallone da football. [Se non avete la minima idea di che cosa io stia parlando, fatevi pure una ricerchina su google...Dora e Diego, ma vi avverto, e' tutto tempo perso, avete sicuramente cose piu' importanti da fare].

No, ma io volevo raccontarvi che stamani Riccardo se n'e' uscito con "Mamma, io volevo chiamarmi cristo santo caccavale". Riconosco che non suona male...forse un po' troppo carico di significato. Comunque, ho pensato, ma dove l'avra' sentita l'espressione "cristo santo"? In chiesa non andiamo, M. non si permetterebbe mai di usarla, Eunice parla inglese...l'unica spiegazione e' che l'abbia sentita da me. Non c'e' verso. E in questi giorni di trasloco (vi anticipo che sono arrivati i mobili e un miliardo di scatoloni), potrei benissimo averla usata in un momento di disillusione, diciamo pure cosi'.

Baci,

T.





Friday, January 25, 2013

Franschhoek: Un Non So Che di Familiare


 La gita in Sud Africa e' andata benone!

Il posto, come gia' anticipato, si chiama Franschhoek (pronuncia maccheronica: franscek) ed e' un paesino - credo - fondato da un gruppo di Ugonotti fuggiti dalla Francia, famoso per le sue vigne e le montagne alle sue spalle. Saranno state le vigne, saranno state le montagne, ma a me sembrava tutto molto familiare, perfino il mercatino del sabato mattina fuori dalla chiesa (come a Bosco Chiesanuova!). L'albergo in cui stavamo era splendido. Grazie agli organizzatori del meeting a cui partecipava M., ho pure trovato una babysitter per i Belli. Mi sono cosi' concessa alcune delle attivita' offerte alle mogli degli esauriti*: corso di cucina indiana, visita del paesino, visita al carcere Victor Vester dove e' stato rinchiuso Nelson Mandela (in realta' stava in una casettina all'interno del carcere, tipo arresti domiciliari in carcere), degustazione di vini (foto qui accanto, e cena al ristorante Tokara bellissimo (queste ultime tre attivita' svolte da mogli e esauriti). Purtroppo non ho usufruito di nessun trattamento estetico offerto nel centro di bellezza dell'albergo, e i non-risultati si vedono....

Questo Franschhoek  lo consiglio decisamente agli amanti del vino, perche' ci sono un sacco di posti splendidi dove fanno degustazioni e vendita di vini pregiati a buon prezzo. Certo, per la maggior parte di voi non e' che sia proprio dietro l'angolo. Poi, lo so, qualcuno mi verra' a dire che dietro il vostro angolo ci sono posti bellissimi e vini altrettanto buoni.

Noi, il penultimo giorno, siamo andati a dormire a Cape Town, cosi', tanto per poter dire di esserci stati. Siamo stati in una delle spiagge piu' popolari, Camps Bay: sole battente, vento forte, onde da surf, acqua praticamente ghiacciata, roba che prima senti male ai piedi, poi non senti piu' i piedi e scappi fuori domandandoti perche' i surfisti sono cosi' masochisti.


Un po' di foto:

Montagna qualsiasi in Franshhoek


Ingresso del...(boh), dove abbiamo fatto il corso di cucina

Mogli al corso di cucina indiana

Interno del (boh), vedete i lampadari?



Ingresso al carcere di Nelson Mandela (foto presa dal web)



Sala da pranzo della casa di N. Mandela, con guida (guardia carceraria) ed
esaurito, che chiaramente sta pensando ai casini suoi, non a quelli di Mandela
Coro della chiesa, per intrattenere gli avventori del mercatino

Da comprarle tutte

"Scatta pure, mamma, il sole non e' un problema"

Scopriamo il gioco delle bocce

Ecco come funziona

Bello, ma birbone


Bella, per adesso non troppo birbona
Belli che giocano insieme, prima che lui faccia male a lei
Classica espressione che precede una birbonata (nella fattispecie, sabbiatura alla sorella)

Il mare definito da Riccardo "all'acqua fredda"

Saluti e baci,
T.

*Gli esauriti sarebbero i mariti, tutti lavoratori della Gennaro Elettricita'. Ho una foto di gruppo che non pubblico per questioni di privacy, ma dovreste vederli, poracci. Ora che ci penso, potrebbero essere esauriti per via delle mogli e non per colpa del lavoro che fanno. Il mio, allora, sarebbe un'eccezione. Hi, hi, hi.

Tuesday, January 15, 2013

Noi si va...

a Franschhoek, a 70 KM da Cape Town. Praticamente il Chianti del Sud Africa.
L'albergo dove andremo e' questo:



Partiamo domattina e torniamo lunedi' sera. Non credo che aggiornero' il blog in questi giorni. Non credo che il mio cellulare funzionera' in Sud Africa. Invece credo che i cellulari americano e inglese di M. funzioneranno, quindi subissatelo pure di telefonate.

Resoconto al mio rientro...

Baci,

T.

Monday, January 14, 2013

PicNic con Giraffa

Nei giardini di VP si fanno dei picnic strepitosi...frutta e patatine, accuratamente preparati dalla mamma e da Luisa, sotto la supervisione attenta di Riccardo (Mr. Comandini). La frutta viene lavata, sbucciata, tagliata a pezzettini e messa in contenitori individuali. Le patatine o altri snack poco salutari (Mbe'? Do' junk food ai miei figli, ed anche io ne vado pazza, oh venite a prendermi....) sono anch'essi messi in sacchetti mono-porzione. Tutto questo per non scatenare lotte che chi ha piu' di un figlio conosce bene.


E mentre si mangia e si tira calci ai palloni....la Lulu se ne esce con un "Look, a Giraffe". Ditemi se non ha ragione?

 Mi piace il fatto che lei ci abbia visto una giraffa, in quel tronco d'albero tagliato; soprattutto mi piace il fatto che per lei, una giraffa possa stare nel giardino del vicino, cosi' come i gatti stanno nel giardino di Firenze.

A presto,

T.


I Vicini

Ieri abbiamo avuto il piacere di invitare a pranzo i nostri vicini di casa...quelli che vivono in Villa Cashmere, la villa speculare a Villa Pashmina, nel nostro stesso compound. E' un'allegra famiglia dello Zimbabwe che vive in Kenya gia' da 5 anni. Padre (viaggia l'80% del tempo), madre (si lamenta dei viaggi del marito, l'80% del tempo), e tre figli di 16, 11 e 8 anni (ringraziano "thank you for the food" dopo aver mangiato e portano i loro piatti in cucina) hanno vissuto in diversi paesi dell'Africa. A parte le domande incuriosite su Berlusconi (ma com'e' che pure nello Zimbabwe si fanno delle grasse risate alle nostre spalle?), mi hanno colpito la loro preoccupazione sul futuro dell'Europa e il loro punto di vista sull'importanza di dare ai figli un senso di appartenza (i loro figli sono nati in tre paesi diversi...) "artificiale". Effettivamente, per i loro figli (ma anche per i nostri) e' difficile parlare di radici, considerato che ogni 3-4 anni 'sti figlioli vengono spostati in un nuovo paese. E' un argomento su cui ho deciso di riflettere. Ma non qui, senno' faccio la palla a tutti.

Un paio di foto natalizie dei Belli:



La potatura con mezzi pesanti delle piante del balcone della nonna di Napoli e' stata fatta a sua insaputa...adesso sa chi ringraziare...

Baci a tutti,

T.
 

Friday, January 11, 2013

Partenze Scaglionate

La seconda "a" del titolo potrebbe essere sostituita con una "o".
Siamo rientrati quasi tutti a Nairobi (M. rientra domani, ma ci sta pochi giorni, non temete). Il nostro rientro e' andato bene. Villa Pashmina, ancora spoglia ma accogliente, ha retto agli attacchi esterni ; ],  pure se l'allarme galattico di cui l'abbiamo dotata e' rimasto rigorosamente off. Si registra solamente un gran polverone, che neanche se avessimo lasciato tutte le finestre aperte.... e una rana morta nel bagno degli ospiti al secondo piano, boh, non saprei dire come possa esserci arrivata.

Siccome sono persona lenta e poco organizzata, nelle quasi tre settimane di permanenza in Italia non sono stata in grado di vedere diverse persone (Miss Q. e' piu' facile che tu venga te a Nairobi, che io a Roma). Mi dispiace, perche' chissa' quando sara' la prossima volta che rientriamo in Italia. Speriamo comunque che tutti quelli che ci hanno detto che verranno a Nairobi, mantengano la loro parola...


Sempre perche' sono persona lenta e poco organizzata, non sono riuscita a comprare tutte le cose che avevo deciso di comprare in Italia. In particolare la casa necessita ancora di molte luci (le ombre gia' ce le abbiamo). Avete presente quel grande negozio svedese, con l'insegna blu e la scritta gialla? Bene, chi dovesse venire a trovarci, potrebbe passare prima da li' e comprarci qualche lampadario e piantana? In fondo, mica chiediamo La Murrina. Quelli che vogliamo noi (io) costano poco e non sono ingombranti.

E niente, vorrei mettere qualche foto recente, ma anche la connesseione internet oggi e' lenta (e poco organizzata). Quindi rimando.

Vi abbraccio tutti,

T.